Ecocardiografia in Emergenza-Urgenza Post-Cardiochirurgica
December 7th, 2024
(Updated December 8th, 2024)
Pages 1-31
Indice
- Introduzione
- Competenze operatore ed indicazioni all’esame
- Raccomandazioni EACVI 2020
- Esame TE intraoperatorio
- Ambiti diagnostici
- Fisiopatologia
- Complicanze post-operatorie
- Ecocardiografia in terapia intensiva post-cardiochirurgica
- Misurazione della gittata sistolica
- Misurazione della frazione d’eiezione
- Pressione atriale sinistra e funzione diastolica
- Misurazione del rilasciamento VS
- Stima della pressione atriale sinistra
- Stima della pressione atriale destra
- Interpretazione dei profili Doppler
- Casi Clinici: Ostruzione all’efflusso VS – Caso 1
- Casi Clinici: Ostruzione all’efflusso VS – Caso 2
- Casi Clinici: Ischemia VS post-operatoria
- Casi Clinici: Versamento pericardico localizzato
- Casi Clinici: Tamponamento cardiaco
- Casi Clinici: Versamento pleurico
- Casi Clinici: Tamponamento destro
- Casi Clinici: Emopericardio
- Casi Clinici: Ematoma dissecante del setto interatriale
- Casi Clinici: Ematoma peri-aortico
Abbreviazioni
TE: transesofageo; TT: transtoracico; VD: ventricolo destro; VS: ventricolo sinistro.
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E entriamo subito nel tema dell’emergenza-urgenza e qui vediamo ciò di cui si parla: A. l’apparecchio ecocardiografico; B. I protocolli d’esame ecocardiografico; C. l’operatore.
L’ecocardiografo: può essere utilizzato qualsiasi apparecchio, dal palmare fino all’apparecchio standard. Quest’ultimo può includere le ultime tecnologie come il 3D e lo speckle-tracking strain (deformazione parietale longitudinale), ma queste metodologie avanzate sono in realtà poco utilizzate nell’ambito dell’ergenza-urgenza perché richiedono tempo, ed in questo ambito il tempo la fa da padrone, bisogna spesso arrivare spesso a una diagnosi in pochi minuti, quindi stiamo parlando delle metodologie classiche 2D, M-mode, color Doppler e Doppler pulsato e continuo. Abbiamo bisogno di valutare velocemente i volumi delle camere, la funzione sistolica, le condizioni di carico, per poter decidere rapidamente sulla fisiopatologia in atto e la terapia più appropriata.
Gli apparecchi portatili sono utilizzati spesso, specialmente in terapia intensiva. La loro portabilità li rende estremamente utili nella situazione di urgenza. E’ più facile portare rapidamente nel dipartimento di urgenza di un ospedale un portatile a mano o su carrellino piuttosto che un grosso apparecchio, che oltre ad essere pesante ed ingombrante è anche più delicato. I portatili, che dovrebbereo essere già comunque posizionati nei dipartimenti di emergenza-urgenza, che hanno un ingombro come quello dei vecchi notebook, sono comunque macchine complete di tutte le metodiche essenziali.
E poi ci sono i palmari (handheld) che come dice il nome possono essere tenuti in mano e trasportati in tasca. Gli ultimi modelii sono poco più grandi di un trasduttore standard, si collegano via bluetooth o wi-fi ad un cellulare o un tablet, e sono in grado di fornire un imaging 2D, colore e Doppler accettabile, a seconda dei modelli. Questi apparecchi sono utilizzati in abbinamento a protocoli abbreviati:
Focused, POCUS e FoCUS, soprattutto con i modelli che non sono equipaggiati con tutte le modalità (mancano del color Doppler o del pulsato o continuo). Inoltre bisogna considerare che al momento il color Doppler anche quando presente a bordo è generalmente di qualità inferiore rispetto agli apparecchi standard, in quanto è la metodica che richiede più calcoli alla CPU dell’apparecchio. Il loro grosso vantaggio è quello di poter fare molto rapidamente ed ovunque un esame.
Il protocollo POCUS è il POint of Care UltraSound, cioè l’esame fatto dove si trova il paziente, sul luogo di un incidente o nella sua stanza o nel Punto Soccorso. Il FOCUS – che rientra in quest’ambito – è un “FOcused” Cardiovascular UltraSound, cioè un protocollo per un esame mirato e quindi più veloce, finalizzato per esempio alla ricerca di liquidi pericardici o pleurici, ad una valutazione qualitativa della funzione ventricolare, ad una valutazione “sommaria” della funzione valvolare. Nel caso di riscontri dubbi o suggestivi di cardiopatia, si passa ad un esame completo con apparecchio standard.
L’esame eco(cardio)grafico può essere transtoracico o transofageo, generalmente in questo ambito intra-operatorio (per lo screening di possibili problemi una volta usciti dalla circolazione extra-corporea) o peri-operatorio. Anche nel caso della TE può essere standard o FOCUSED. Nel setting dell’emergenza-urgenza post-cardochirurgica l’operatore – qualunque sia la sua provenienza – lavora fianco a fianco prevalentemente con l’anestesista ed il cardiochirurgo, ed entrambi hanno bisogno di capire rapidamente quale è la situazione cardiocircolatoria del paziente. L’operatore può essere un cardiologo ma anche un cardio-anestesista, spesso specializzati in imaging ecocardiografico. Negli Stati Uniti ma anche da noi tende a prevalere sempre di più il cardio-anestesista, anche per motivi logistici