Valutazione Funzione Diastolica VS e ruolo TDI

October 29th, 2024
(Updated December 8th, 2024)
Pages 1-19

Indice

  • Definizioni
  • Le pressioni di riempimento
  • Fisiopatologia
  • Gradi di Disfunzione Diastolica
  • Le Raccomandazioni
  • La pressione diastolica polmonare
  • Campionamento del rigurgito polmonare
  • Calcolo della pressione diastolica polmonare
  • Analisi integrata multiparametrica in Diastologia
  • Refertazione
  • Stima del Rilasciamento
  • Stima della Complianza di Camera
  • Esempio clinico 1: Disfunzione Diastolica di grado III
  • Esempio clinico 2
  • Analisi di dispnea e sospetto Scompenso Cardiaco
  • Analisi con tachicardia sinusale
  • La Manovra di Valsalva
  • Conclusioni

Abbreviazioni

VS= ventricolo sinistro

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Definizioni

Figura 01 - Definizioni Funzione Diastolica e Diastologia
Figura 1 – Definizioni Funzione Diastolica e Diastologia

Che cos’è la funzione diastolica ? E’ la capacità del VS di far fronte ad un adeguato volume di riempimento per produrre la gittata sistolica, mantenendo una bassa pressione di riempimento. La pressione con cui si riempie il VS è un parametro di fondamentale importanza in Cardiologia, in ambito clinico è legato alla dispnea lamentata dal paziente, in ambito diagnostico al compenso cardiaco, in ambito terapeutico alla risposta alla terapia: uno dei principali obiettivi della terapia nello scompenso cardiaco è la riduzione delle pressioni di riempimento VS. Quindi: pressioni di riempimento basse (< 12 mHg) – bene; pressioni alte – male. Ed infatti la principale conseguenza a valle di una “Disfunzione Diastolica” è l’incremento delle pressioni di riempimento.


E che cos’è la “Diastologia” ? E’ la scienza che va a caratterizzare le proprietà diastoliche, pressioni e modalità di riempimento VS. Le principali proprietà diastoliche sono due: rilasciamento miocardico e complianza (o il suo reciproco, la rigidità) della camera VS. In realtà parliamo sempre di stima di queste proprietà e stima delle pressioni di riempimento, perché noi utilizziamo una metodologia non invasiva e non misuriamo direttamente le pressioni intracavitarie, da cui possono essere ricavati i diversi parametri diastolici. Però oggi abbiamo strumenti che ci permettono una stima attendibile, sulla base dei numerosi lavori pubblicati in questi ultimi anni. Queste stime che effettuiamo hanno un ruolo importante per diagnosi, terapia, follow-up e stratificazione prognostica nell’ambito dello scompenso cardiaco.

Una cosa che bisogna avere ben presente fin dall’inizio è che le due proprietà diastoliche principali della camera VS – rilasciamento e complianza di camera- sono radicalmente diverse, agiscono in momenti diversi della diastole ed entrambi sono fondamentali e sinergiche nel determinare un normale riempimento VS (i.e. con basse pressioni di riempimento). Il rilasciamento è una proprietà attiva, energia dipendente, che determina il rimepimento nel primo terzo della diastole, mentre la complianza di camera è una proprietà passiva che determina il riempimento nei successivi due terzi. Ecco perché il termine “Disfunzione Diastolica” è di per se troppo generico, non ci dice qual è il problema prevalente – se la disfunzione riguarda il rilasciamento o la complianza di camera. Sarebbe meglio precisare sempre se ipotizziamo una prevalente disfunzione del rilasciamento (p.e. nell’ambito di una ischemia acuta o cronica) o una prevalente disfunzione della complianza (p.e. nell’ambito di uno scompenso con funzione sistolica preservata, HfpEF). Bisogna anche capire che spesso le due tipologie di Disfunzione Diastolica coesistono con gradi diversi. Infine la moderna diastologia non può prescindere dalla funzione atriale, che deve essere sempre descritta. Se non forniamo tutte queste informazioni non forniamo un adeguato esame emodinamico non invasivo con la nostra ecocardiografia, e non mettiamo a frutto tutte le potenzialità dell’ecocardiografia moderna.

Figura 02 - Diastologia e  scompenso diastolico
Figura 2 – Diastologia e scompenso diastolico

Uno dei principali campi di applicazione dell’analisi ecocardiografica della funzione diastolica VS è lo scompenso cardiaco, ma soprattutto quello che anni fa definivamo lo “scompenso diastolico”  ed oggi riconosciamo come HFpEF (“scompenso con frazione d’eiezione preservata”).

Fin dalle prime Linee Guida europee su questa patologia – che rappresenta quasi la metà dei casi di scompenso cardiaco – i 3 criteri diagnostici includevano l’evidenza di alterato rilasciamento od alterata complianza di camera VS, mediante utilizzo della metodica ecocardiografica. Basandosi sulle Raccomandazioni di Diastologia, non era più necessario l’utilizzo del cateterismo cardiaco per porre diagnosi di HFpEF. Questo ha dato una grande spinta alla Diastologia ecocardiografica. L’utilizzo del cateterismo oggi è riservato a situazioni specifiche e complicate come la diagnosi differenziale tra una pericardite costrittiva ed una cardiomiopatia, o la diagnosi e fenotipo di una  cardiomiopatia restrittiva..